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Classi catastali

Il catasto italiano è stato istituito nel 1939; questo ente censisce tutti gli immobili ed i terreni presenti sul territorio italiano, indicandone l'entità, il valore e il grado di produttività. Ognuna delle singole classi catastali individuano una particolare destinazione d'uso, propria degli immobili che ne fanno parte.

La categoria A individua le abitazioni e gli uffici; nella categoria B troviamo gli immobili ad uso pubblico senza scopo di lucro, come scuole, uffici pubblici, prigioni, biblioteche; la categoria C comprende negozi e strutture di vario tipo, quali impianti sportivi, magazzini e tettoie; nella categoria D sono compresi gli edifici in cui si svolgono attività produttive, come capannoni industriali, impianti sportivi con fini di lucro, alberghi; alla fine abbiamo la categoria E dove troviamo fari, antenne, ponti, chiese, e tutti i fabbricati costruiti per esigenze pubbliche.

Nel momento in cui una costruzione viene terminata, è necessario fare denuncia all'ufficio del territorio del proprio comune, che attribuirà l'immobile ad una specifica categoria catastale; le finiture, e le altre caratteristiche esterne dell'immobile ne indicheranno la classe.

Ogni categoria catastale viene ulteriormente suddivisa in classi catastali, indicate con un numero; ad ogni classe corrisponde più precisamente la destinazione d'uso e la tipologia di immobile. Ad esempio la classe A indica le abitazioni, in classe A2 avremo le abitazioni civili, mentre in classe A7 le abitazioni in villino.

Per la categoria A quindi le singole classi individuano la qualità dell'abitazione, derivata dalle finiture interne ed esterne, ma anche dal posizionamento in una data zona della città, la vicinanza ai servizi ed alle scuole, ed altre caratteristiche salienti. Nelle altre categorie invece la classe individua in maniera molto specifica la destinazione d'uso dell'immobile; per fare un esempio, in classe B1 troviamo i convitti ed i collegi, mentre in classe B3 troviamo le prigioni ed i riformatori. Quindi la categoria raggruppa degli edifici con caratteristiche salienti simili, mentre la classe è una suddivisione molto più specifica e puntuale. 

La classe catastale viene attribuita al momento dell'accatastamento di un immobile; il proprietario di un immobile dovrà fare richiesta di accatastamento all'Ufficio Tecnico del comune di ubicazione della costruzione; tale richiesta viene effettuata sia nel caso in cui si sia posta in opera una nuova costruzione, sia nel caso in cui si sia modificata in maniera sostanziale una costruzione già esistente, quindi in caso di ristrutturazioni che hanno modificato in modo sensibile ed evidente un immobile.

Per fare denuncia di accatastamento è necessario presentare apposita modulistica, diversa da comune a comune, più i progetti dell'immobile; per fare questa operazione è necessario avvalersi dell’aiuto di un tecnico abilitato, come un architetto, un ingegnere o un geometra. L'attribuzione ad una delle classi catastali è necessaria per calcolare il valore catastale di una abitazione e la rendita della stessa; queste cifre sono fondamentali per i calcoli delle tasse da pagare sulla proprietà. Se l'attribuzione viene considerata errata è possibile ricorrere per richiedere una modifica.

L'attribuzione della classe catastale individua anche il valore e la rendita catastale di un immobile, e quindi in sostanza il grado di produttività di una costruzione. In sostanza, una abitazione accatastata come A2, ovvero abitazione civile, potrà venire affittata o venduta ad un valore minore rispetto ad una abitazione accatastata come A8, cioè abitazione in villa. Inoltre, in Italia non è possibile utilizzare gli immobili per destinazioni d'uso diverse da quelle attribuite dalle categorie e dalle classi catastali; cioè, se possediamo un immobile accatastato come A2, abitazione civile, non possiamo utilizzarlo come negozio, o come discoteca.

Per poter modificare la destinazione d'uso di un immobile è necessario fare una richiesta di modificazione della categoria catastale al Comune dove è sito l'immobile stesso. Il Comune deve rispondere entro 75 giorni ad una richiesta di questo tipo; se il Piano Regolatore non prevede la possibilità di costruire immobili di quel tipo nella zona, allora l'ente sarà costretto a negare la richiesta.

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Data: mercoledì 23 marzo 2016
Autore: Preimm Immobiliare
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